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- Agenzia di comunicazione e strategia di marca -
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Questa è un’affermazione che sentiamo spesso fare, credo che l’abbiano sentita spesso anche i nostri colleghi, ed è la prova comprovata che in una domanda, “quali sono i vostri competitor?”, tra chi la fa e chi la riceve c’è una chiave di lettura decisamente diversa.
L’azienda a cui si pone questa domanda vede come “competitor”, un altro brand che fa prodotti come i suoi, con la stessa efficacia, o le stesse performance o con la stessa qualità prezzo. Magari che è sul mercato dallo stesso tempo oppure che può vantare la stessa expertise.
Fatto salvo che nella maggioranza dei casi ognuno è innamorato del proprio prodotto servizio (e meno male perché vuol dire che lavora con amore e passione), non si è sempre così lucidi e imparziali nella rappresentazione di ciò che siamo e di ciò che vendiamo. Dunque è meglio fare la pace fin da subito con un principio inconfutabile: chiunque possa farti perdere una vendita è un tuo competitor.
Volendo avere uno sguardo ampio, se faccio insalatiere in vetro è un mio competitor anche chi le fa in plastica, in legno, in materiale usa e getta, chi le fa artigianali, in serie, in milioni di copie e chi le fa di design; chiunque può “soffiarmi” una vendita, perché il consumatore vuole un’insalatiera e se può scegliere tra centinaia se non migliaia, allora io ho competitor a non finire.
Infatti crediamo che chiunque sognerebbe un mercato dove essere l’unico a proporre i tortellini, il Trento Doc, il contorno occhi, i forni industriali, i biscotti frollini, l’assicurazione auto…
Naturalmente questa è un’esasperazione, un approccio simile alla parabola, per puntare l’attenzione sul fatto che non solo chiunque faccia qualcosa ha dei competitor, ma anche che più si conosce il proprio contesto competitivo meglio è; si aprono gli occhi, si imparano cose, si evitano errori, si definiscono con precisione gli obiettivi raggiungibili e di solito si impara molto.
In effetti per fare un’analisi seria dei competitor diretti vanno fatte delle valutazioni a monte, altrimenti siamo di fronte all’infinito mondo, tipo mercato di riferimento, canali distributivi simili, prodotti che vanno sulla stessa fascia prezzo… Ma con i giusti distingue avere consapevolezza del contesto nel quale si opera è davvero un’ottima scelta.
Diciamo che tutti noi viviamo in un macro ambiente, con regole, consuetudini, punti di riferimento, tendenze, opportunità e minacce e conoscere bene il proprio ambiente vuol dire non solo governarlo ma, e soprattutto, evitare di camminare al buio con il rischio di farsi male; partendo dal presupposto che solitamente non si cammina, ma si corre, farsi male diventa quasi una costante se non sappiamo cosa c’è sul nostro cammino.
Ecco che l’analisi dei competitor è una componente chiave per una visione consapevole del macroambiente in cui si opera.
Attraverso ricerche di mercato, si ottengono informazioni sulle dimensioni del mercato, la crescita, la domanda dei consumatori e le tendenze di settore, identificando così le opportunità e le minacce.
Anche la segmentazione del mercato e il posizionamento competitivo aiutano a comprendere come il
mercato si presenta e come i tuoi concorrenti si posizionano all’interno di questi segmenti e questo ti
permette di individuare un posizionamento unico e interessante per il tuo marchio, oppure di avere chiaro in che segmento entri con la tua offerta e il posizionamento del tuo brand e dunque quali linguaggi devi adottare per essere in linea o migliore di chi già “abita” quel segmento.
Naturalmente l’analisi dei competitor è un processo continuo perché consente di reagire rapidamente ai cambiamenti del mercato. Così si spiega anche perché il concetto “ho sempre fatto così e ha funzionato”, non sia applicabile; chi c’era con me cinque anni fa, chi c’è ora, quali nuove risposte il mercato ha trovato e, anche quali altre domande vogliono una risposta? Poi, questo è l’uovo di Colombo, conoscere il contesto competitivo permette di avere chiare, almeno sufficientemente chiare, le strategie di ricerca e sviluppo dei concorrenti, anche ricevendo indicazioni su nuovi prodotti o servizi emergenti. Questo guida l’allocazione delle risorse nella tua strategia di innovazione e ti permette di evitare ritardi incolmabili. Importante diventa anche capire le interazioni cliente-azienda dei concorrenti.
Questo aiuta a individuare le aspettative del mercato e a sviluppare una customer experience che superi le aspettative di settore, d’altro canto se si conoscono le strategie dell’esercito avversario diventa certamente più facile andare in battaglia e magari uscirne vincitori, diciamo che le debolezze o anche i punti di forza di chi può mettersi tra noi e il nostro potenziale cliente sono elementi fondamentali per scegliere la propria strada, ottimizzare gli investimenti, decidere tempi e modi, non solo di come comunicare un prodotto/servizio, ma anche in quali tempi sia più efficace realizzarlo o addirittura se non sia il caso di non farlo. Di fatto un’analisi approfondita dei competitor non solo è parte integrante della tua strategia di marketing, ma fornisce anche le basi per decisioni aziendali tattiche e strategiche più ampie.
Dunque, sì chiunque ha dei competitor, diretti e indiretti, non tanto da cui guardarsi, ma da guardare; per imparare, per innovare, per prendere le distanze o per prendere esempio, per valutarne gli errori e i successi, per governare con lucidità e con tutte le informazioni possibili il proprio campo di gioco, per conoscere le regole del gioco stesso e avere chiaro il proprio ruolo dentro a quella che, di fatto, è una “squadra” dove dentro ci sono anche i nostri avversari, (che, a voler ben vedere, potrebbero anche essere considerati compagni di viaggio). Così facendo non solo si partecipa ma spesso, anche, si vince.