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Non ci siamo stancati dei contenuti, anzi, non gli abbiamo mai dedicato così tanto tempo come oggi. Spesso, ancora troppo concentrati sull’offline e sui parametri utilizzati in passato per valutare il successo di una comunicazione, ci convinciamo che le persone siano meno affamate di content. Ma a fianco a un’attenzione che diventa sempre più effimera si inserisce una nuova esigenza: il pubblico oggi è dinamico e ricerca linguaggi innovativi, ogni giorno differenti, format capaci di veicolare contenuti interessanti, divertenti o emozionanti grazie all’uso di strumenti assolutamente contemporanei. Un cambiamento che le aziende devono saper governare per non rischiare di rimanerne travolte.
Il digitale ha notevolmente ampliato l’accesso ai contenuti, che oggi sono facilmente fruibili e soprattutto gratuiti per tutti. Una democratizzazione che apre nuovi spazi e opportunità di comunicazione, da governare con grande lucidità, partendo innanzitutto da una consapevolezza: oggi è la personalizzazione a fare davvero la differenza.
L’enorme quantità di content disponibili ogni giorno ha costretto chiunque di noi a diventare estremamente selettivi ed esigenti, a dedicare il poco tempo libero solo a contenuti il più possibile su misura, in linea con i propri interessi e le urgenze di quel momento. Una tendenza destinata a crescere e a trovare sempre più spazio nella comunicazione online, anche grazie al grado di personalizzazione che gli strumenti di marketing automation permettono di raggiungere oggi.
A prescindere dai tool e dalle piattaforme però è fondamentale per le aziende riuscire a definire un approccio strategico a monte, in continuità con gli obiettivi di comunicazione più generali, che devono essere chiari e assolutamente definiti. Senza un percorso coerente, nessuno strumento può fare i miracoli.
Ma quali sono i trend del content marketing, che stanno cambiando per sempre il nostro modo di fare comunicazione?
L’indagine Ipsos sull’ascolto dei podcast in Italia basterebbe di per sé a dimostrarne l’assoluta importanza strategica: nel 2022 gli ascoltatori di podcast hanno raggiungo quota quota 36% (circa 11,1 milioni di utenti tra i 16 e i 60 anni), ben 1,8 milioni in più rispetto ad un anno fa. Una crescita cominciata nel 2020 che non sembra volersi fermare, e che non possiamo certo permetterci di ignorare quando parliamo di contenuti strategici.
Infatti, al fianco dei podcast più di largo consumo, sono nati i branded podcast, prodotti audio creati dalle aziende per intrattenere, informare e attrarre le persone in target con contenuti utili e interessanti, ma anche e soprattutto appassionanti.
Una tipologia di contenuto che si inserisce nel customer journey e realizza uno degli obiettivi principali del marketing contemporaneo, ovvero creare un rapporto di autentica vicinanza tra azienda e utente, che vuole potersi riconoscersi nei valori e nei principi del brand prima di scegliere un prodotto o un servizio.
Ma come, ancora le newsletter? La strategia di comunicazione one-to-one per eccellenza continua ad essere tra le più efficaci in assoluto, tanto nella fase di engagement quanto in quella di conversione. Ma non è certo sufficiente prendere le proprie comunicazioni e riportarle nelle newsletter per ottenere risultati ambiziosi.
Bisogna conoscere e comprendere a fondo la grammatica dello strumento, studiare i propri utenti target, e lavorare secondo le evidenze dei dati già raccolti, per dare vita a contenuti davvero su misura, da veicolare attraverso sistemi di email marketing automation che permettono di personalizzare al massimo le comunicazioni.
Uno strumento diventato oramai indispensabile per strategie customer oriented assolutamente performanti.
Se ne parla tanto, e soprattutto ne parlano tutti. Ma tra gli atteggiamenti apocalittici, che si immaginano un’intelligenza artificiale pronta a sostituire gran parte dei lavoratori, e coloro che preferiscono ignorare la questione, quasi snobbandola, c’è di mezzo il vero futuro della comunicazione.
Che ci piaccia o no, l’intelligenza artificiale riuscirà nel breve termine (e talvolta già lo fa) a creare contenuti di grande qualità a una velocità impossibile per noi esseri umani. Ma starà a noi scegliere se lasciarci sostituire completamente da una macchina, o sfruttare al massimo le sue potenzialità per accrescere la nostra creatività.
La differenza la farà chi riuscirà a creare prompt efficaci per guidare perfettamente l’intelligenza artificiale, ovvero le istruzioni da fornire all’algoritmo per ottenere il risultato desiderato. Un’operazione tutt’altro che semplice, lo sa bene chi ha già cominciato a familiarizzare con l’AI!
Brevi, accattivanti e memorabili. Che si tratti di Reel, TikTok o Stories, questa è l’inesorabile tendenza del mondo dei video.
L’ingaggio deve essere pressoché immediato, l’attenzione si gioca in pochissime frazioni di secondo, e l’obiettivo è riuscire a mantenerla sempre alta, altissima, dall’inizio alla fine. Perché nei social oggi a governare la visibilità è l’algoritmo, che si basa soprattutto sulle microazioni che gli utenti compiono durante la visualizzazione del contenuto. Un modello che punta a personalizzare sin nei minimi dettagli i content visualizzati in base alle preferenze stimate, e non più secondo i profili già seguiti.
Una tendenza tutta rivolta alle potenzialità dell’algoritmo, e che non coinvolge solo i social tradizionali. Basti pensare ad Artifact, il nuovissimo social network fondato dai creatori di Instagram, che propone all’utente un feed di notizie personalizzato, determinato solo dall’algoritmo, e basato esclusivamente sulle azioni compiute in precedenza.
Ancora una volta, ci giochiamo l’attenzione degli utenti sin dai primissimi secondi di fruizione del contenuto.
Immediatezza e vicinanza sono i grandi plus che le piattaforme di streaming live offrono alle aziende. In un mondo dove gran parte delle attività quotidiane possono essere fatte da remoto, i brand devono riuscire a entrare nella quotidianità delle persone ovunque e in qualunque momento, accorciando sempre più le distanze.
Che si tratti di Webinar, Q&A, consulenze virtuali o momenti di pura formazione, le live streaming permettono di generare engagement e fidelizzare la propria community, amplificando le potenzialità dello storytelling aziendale.
Dopo una breve esplosione di entusiasmo, dovuta principalmente all’operazione di rebranding di Meta e la crescente attenzione dell’azienda verso la realtà virtuale, oggi l’interesse per il metaverso sembra essere stato superato da quello per l’intelligenza artificiale.
Ma al di là dei trend e degli sviluppi futuri, resta un dato di fatto: il metaverso diventerà un pezzo importante della consumer experience, e ignorare la sua evoluzione oggi non è più concesso.
Sarà fondamentale quindi, in questi anni di sviluppo e di definizione, cominciare a rivolgere i propri sforzi anche verso questa direzione, per riuscire a sfruttare al massimo le potenzialità di uno strumento che rinnoverà completamente il nostro modo di fare content marketing.