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Hai mai sentito parlare di astroturfing, ephemeral content o social currency? Il mondo digital evolve rapidamente e, con lui, anche il linguaggio che lo racconta. Scopri un glossario curioso e indispensabile per orientarti tra le parole chiave più interessanti del momento.
Quello del digitale è un mondo con il quale tutti ormai abbiamo una certa familiarità. Le generazioni più anziane, non senza fatica e talvolta riluttanza, hanno dovuto acquisire almeno le competenze di base per poter utilizzare un sistema di servizi, dalle prenotazioni degli esami in ospedale alle poste, sempre più informatizzato. Le generazioni più giovani invece utilizzano dispositivi e software con la dimestichezza di chi non ha ricordi di un mondo senza cellulari e senza internet. E soprattutto, dagli zoomer in poi, senza social.
La nostra conoscenza del digitale, per quanto approfondita, non potrà mai essere realmente completa (né è necessario lo sia): sarebbe impossibile, considerata la rapidità con cui, in questo settore, emergono innovazioni e nuove tendenze. Vale comunque la pena, di tanto in tanto, aggiornarsi sui fenomeni più recenti. Un po’ per semplice curiosità di capire quali rotte abbia intrapreso il mondo dell’internet, un po’ perché la consapevolezza di determinate dinamiche può aiutarci, come utenti, a comprendere meglio una realtà con cui inevitabilmente ci troviamo ad interagire e a tutelarci da pericoli di cui altrimenti non saremmo a conoscenza.
Ecco un piccolo ma variegato glossario dedicato ad alcuni aspetti curiosi e meno noti del mondo digital e social.
Astroturfing: Pratica che consiste nel simulare il sostegno popolare nei confronti di un prodotto, un marchio o un’idea, al fine di influenzare l’opinione pubblica e creare un’illusione di consenso (o dissenso) diffuso. Questa tecnica implica spesso la creazione di falsi feedback quali recensioni, commenti e post sui social media in apparenza pubblicati da individui neutrali, ma promossi in realtà da sponsor e organizzazioni con interessi ben precisi.
Bot: Programmi informatici automatizzati, progettati per interagire con gli utenti sulle piattaforme di social media. Grazie alla loro capacità di apprendimento, possono essere utili, ad esempio, a velocizzare il servizio clienti e rispondere alle domande degli utenti, ma talvolta vengono sfruttati per fini negativi come manipolare le opinioni o diffondere disinformazione.
Cancel culture: Al centro di un acceso dibattito, soprattutto nel mondo anglosassone, il termine fa riferimento a un atteggiamento di colpevolizzazione, di solito espresso tramite i social media, nei confronti di personaggi pubblici o aziende a cui viene tolto sostegno e gradimento a causa di opinioni o comportamenti ritenuti offensivi.
Doxing: Il termine è una contrazione di “dropping docs”, ovvero “distribuire documenti”. Questa pratica consiste nel raccogliere informazioni personali di un utente e pubblicarle senza il suo consenso per scopi dannosi o intimidatori. Gli attacchi di doxing possono variare dai più banali, come l’iscrizione a un servizio e-mail, ai più pericolosi come minacce, molestie e furto di identità.
Ephemeral content: Dalle storie di Instagram, agli stati di Whatsapp passando per gli snap su Snapchat, questo termine indica contenuti disponibili solo per un breve periodo di tempo e destinati poi a scomparire.
Fomo marketing: Acronimo di Fear Of Missing Out, il termine indica il timore di essere esclusi da un’opportunità o un’esperienza. Questa forma di ansia è particolarmente diffusa nel mondo iperconnesso dei social network e viene sfruttata dal marketing digitale come leva per suscitare un forte senso d’urgenza e spingere le persone ad acquistare, condividere e interagire nel più breve tempo possibile.
Hacking etico: Contrariamente a quello comunemente inteso, l’hacking etico costituisce un’attività di sicurezza informatica assolutamente legale in cui gli esperti testano la robustezza dei sistemi, compresi i social network, al fine di risolvere eventuali problemi di sicurezza prima che possano essere sfruttati da hacker malintenzionati, tutelando così informazioni personali e dati sensibili degli utenti.
Live shopping: Trend del futuro o moderna televendita? Il live shopping è una forma di e-commerce in cui i venditori presentano in diretta i prodotti ai potenziali acquirenti i quali possono interagire, porre domande e acquistare durante la trasmissione.
Memestock: Quando le community online di millennial si riuniscono su un forum di reddit e coordinano operazioni di compravendita sono, ci crediate o no, in grado di influenzare l’andamento dei mercati finanziari. E così le azioni di determinate società possono diventare oggetto di speculazione grazie alla viralità di meme e discussioni sui social media, anziché basarsi sui fondamentali dell’azienda.
Nudging: Nell’ambito del digitale e dei social, l’espressione fa riferimento alla strategia utilizzata dalle piattaforme per cercare di incentivare gli utenti a trascorrere più tempo on-page, condividendo contenuti ed interagendo con altri profili, tramite l’utilizzo di “nudges” (colpetti) come notifiche, suggerimenti di amicizia o inviti a condividere contenuti.
Oversharing: Eccessiva condivisione di sé stessi e della propria vita sui social media, spesso senza considerare le implicazioni sulla privacy e la sicurezza online. Questa tendenza può influenzare negativamente le relazioni personali e professionali, poiché i contenuti condivisi in modo eccessivo possono essere considerati inappropriati
Social Currency: Nel mondo del marketing, questo concetto si riferisce al valore sociale che una persona può ottenere attraverso la condivisione, offline ma soprattutto sui social media, di contenuti o informazioni relativi ad una marca e che possono aumentare la sua reputazione o il suo status sociale. La social currency rappresenta per i brand un’opportunità di generare valore al di là delle classiche campagne promozionali.