Font matters! Come scegliere il carattere giusto per comunicare - Weagroup

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Font matters! Perché scegliere il carattere giusto è fondamentale

Piccolo viaggio attraverso i font più amati e conosciuti, ma anche tra quelli più strani e bizzarri: perchè non è importante solo cosa vuoi comunicare, ma anche come lo fai.

diversità di font

Hai mai letto un testo che sembrava gridarti contro o, al contrario, sussurrarti dolcemente all’orecchio? Non è solo questione di parole, ma anche di come quelle parole vengono vestite. Sì, stiamo parlando dei font!

Quei caratteri eleganti (o a volte stravaganti) che, senza che ce ne accorgiamo, plasmano la nostra esperienza di lettura. Scegliere il font giusto può fare la differenza tra un testo che attira l’attenzione e uno che passa inosservato.

In questo articolo, ci tufferemo nel mondo dei font più famosi e utilizzati, svelando alcune curiosità che forse non conoscevi. Pronto a divertirti con noi?

Helvetica: il preferito di tutti

Helvetica è il classico esempio di “less is more”. Nato nel 1957, è il font più amato dai designer per la sua versatilità e pulizia. Ma è anche il font più odiato dagli anarchici del design: troppo perfetto per loro! Google lo ha usato nei suoi loghi e interfacce per anni, dimostrando che a volte, per farsi notare, non serve essere appariscenti.

Times New Roman: il prof di lettere del digitale

Times New Roman è il font che ti perseguita dalle scuole superiori fino al lavoro. È stato creato nel 1931 per il giornale The Times, da qui il nome. Curiosità: è così amato che, fino a qualche anno fa, era il font predefinito di Microsoft Word. Quando si dice “il primo amore non si scorda mai”…

Comic Sans: l’icona del kitsch

Comic Sans è un font che non ha bisogno di presentazioni e, forse, nemmeno di giustificazioni! Nato nel 1994 per dare un tocco informale alle interfacce di Microsoft, è diventato negli anni un meme vivente. Anche se, a sua discolpa, era stato creato con le migliori intenzioni…

Arial: l’eternamente secondo

Arial è il fratello minore di Helvetica, nato negli anni ’80 per offrire un’alternativa più economica. Anche se non ha la stessa eleganza del suo fratello maggiore, è diventato il font predefinito in molti software. Possiamo pensare ad Arial come al “piano B” che finisce sempre per diventare il piano A.

Courier: il nostalgico delle macchine da scrivere

Courier è il font che ti fa sentire in un film noir degli anni ’50, dove le lettere venivano battute rumorosamente su una macchina da scrivere. Creato nel 1955, è ancora oggi utilizzato per dare quel tocco vintage ai documenti. Ogni lettera occupa lo stesso spazio: è l’anima gemella di chi cerca sempre simmetria e ordine.

Futura: l’alieno del ‘900

Futura è il font che ha viaggiato nello spazio! Sì, hai letto bene: è stato utilizzato per le targhe commemorative lasciate sulla Luna durante le missioni Apollo. Creato nel 1927, è il simbolo del modernismo e continua a essere scelto per il suo design minimalista e futuristico.

Garamond: il classicone elegante

Garamond è come il vino buono: migliora con il tempo. Nato nel XVI secolo, è uno dei font più antichi ancora in uso. È il preferito dagli editori di libri di lusso per la sua eleganza e leggibilità. Quando vuoi che il tuo testo abbia un tocco di classe, Garamond è la scelta giusta.

Verdana: l’amico degli schermi

Verdana è stato creato appositamente per il web negli anni ’90 e, come un vecchio amico, è sempre lì quando ne hai bisogno. Con il suo design semplice e leggibile anche sui monitor più piccoli, è il font che abbraccia il digitale senza paura.

Bodoni: il dandy della tipografia

Bodoni è il font che, se fosse una persona, indosserebbe sempre un abito su misura. Creato nel XVIII secolo, è caratterizzato da un forte contrasto tra tratti sottili e spessi. È il preferito nei titoli dei magazine del mondo fashion, dove l’eleganza non è mai fuori moda. Insomma, Bodoni sa come farsi notare in passerella.

Papyrus: il font delle avventure

Papyrus è il font che ti porta subito in terre esotiche, anche se lo vedi su una pizzeria all’angolo. Creato nel 1982, è diventato famoso (o famigerato) per il suo uso eccessivo in contesti inappropriati. Diciamo che ha un’anima avventurosa, ma un gusto discutibile…

 

I font sono molto più di semplici lettere sullo schermo. Ogni carattere racconta una storia e ha una personalità unica.

La prossima volta che scriverai un documento, prenditi un momento per riflettere: quale storia vuoi raccontare con il tuo font? Che tu scelga l’eleganza senza tempo di Garamond o l’ironia di Comic Sans, ricorda che la tipografia è un’arte…e anche un po’ un gioco!

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