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Quando si parla di SEO, si pensa immediatamente (e spesso esclusivamente) all’ottimizzazione per i motori di ricerca e a tutte quelle attività mirate a migliorare il posizionamento, l’autorevolezza e la visibilità di un sito web nei risultati di ricerca….
Ed è giusto così: non intendiamo certo sovvertire ciò che è corretto e fondamentale nella SEO e nella gestione dei contenuti. In questo articolo, vogliamo piuttosto esplorare un nuovo approccio che risponda al cambiamento delle abitudini degli utenti, sempre più immersi nei social media e nell’uso dei dispositivi mobili, tenendo conto delle specifiche caratteristiche di queste piattaforme.
Con Social SEO s’intende un insieme di tecniche strategiche finalizzate a rendere i profili e i contenuti sui social media facilmente reperibili all’interno delle rispettive piattaforme.
Allo stesso modo in cui la SEO tradizionale ottimizza i siti web per migliorarne il posizionamento sui motori di ricerca, la Social SEO ottimizza i profili e i contenuti social per facilitarne la scoperta attraverso le funzioni di ricerca interna. Questo richiede l’uso di parole chiave rilevanti, l’ottimizzazione visiva di immagini e video, e la creazione di contenuti coinvolgenti che incentivino interazioni e condivisioni.
Si parla sempre di ottimizzazione dei contenuti, ma dove sta la differenza?
La principale distinzione tra Social SEO e SEO tradizionale risiede nel contesto in cui vengono applicate le tecniche di ottimizzazione. La SEO tradizionale si concentra sui motori di ricerca, come Google e Bing, mentre la Social SEO si occupa esclusivamente di ciò che avviene all’interno delle rispettive piattaforme social.
Se la SEO tradizionale si avvale di crawler per analizzare e indicizzare i contenuti del web valutando aspetti come la qualità dei contenuti, la velocità del sito e la presenza di backlink, la social SEO deve necessariamente considerare come le piattaforme social utilizzano i loro algoritmi interni per mostrare i contenuti agli utenti, tenendo in conto elementi come l’engagement, la frequenza di pubblicazione, l’uso delle parole chiave e l’interazione dell’utente con contenuti simili.
Un’altra, sostanziale, differenza riguarda i potenziali risultati di ricerca. Per la SEO tradizionale i risultati comprendono articoli, pagine web o pagine prodotto, per la Social SEO i risultati possono includere profili/pagine, post, immagini, video e posizioni geografiche.
Piattaforme social come ad esempio Instagram, Facebook e Tik Tok non sono più semplicemente canali di interazione, ma sono diventate veri e propri strumenti di ricerca. Si parla di una nuova forma di “search intent” — il fenomeno della “social search” — in cui gli utenti, invece di utilizzare Google, usano direttamente le piattaforme social per cercare prodotti, brand o informazioni.
Secondo alcune ricerche recenti, circa il 70% degli italiani tra i 16 e i 64 anni usa i social media come canale principale per scoprire nuovi prodotti mentre più della metà degli utenti italiani di social media ha dichiarato di fare acquisti in base a ciò che vede sulle piattaforme (fonte: datareportal.com).
I social media sono ormai uno degli strumenti principali di scoperta e interazione con i brand, e la Social SEO diventa cruciale per il successo.
Ottimizzare i contenuti social non solo aumenta la visibilità all’interno delle piattaforme, ma ha anche altre implicazioni significative quali:
La Social SEO è ormai un tassello indispensabile nelle strategie di marketing digitale. Ottimizzare i profili social in ottica SEO permette di aumentare la visibilità, l’engagement e, in definitiva, di migliorare la performance complessiva del brand sia sui social media che nei motori di ricerca.
Non è più sufficiente essere presenti sui social; bisogna esserci in modo strategico, utilizzando le migliori pratiche di Social SEO per assicurarsi di emergere in un panorama sempre più competitivo.